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L’esperimento carcerario di Standford - di Francesca Vanni

  

1971, si sente solo il  rumore delle sirene della polizia nella città di Palo Alto intenta ad arrestare dei  criminali colpevoli di rapina a mano armata. Trasportati nell’auto della polizia, bendati e ammanettati, furono scortati nel carcere di Standford, subito vestiti con uniformi su cui era stato scritto il proprio numero, una calza in testa per ricreare la rasatura, ed una catena legata alla caviglia. Le guardie invece portavano una divisa color kaki, occhiali da sole per impedire ai prigionieri di essere guardati negli occhi e inoltre  dotati di manganello, manette e fischietto.

Fu un’idea dello psicologo Philip Zimbardo che decise di voler indagare sulla natura umana facendo un esperimento, ma le conseguenze furono drammatiche…

L’obiettivo di Zimbardo era quello di indagare il comportamento delle persone in base al loro gruppo di appartenenza.

Questo esperimento si svolse nell’università di Standford, nel periodo in cui si interrompevano le lezioni. Crearono una prigione finta nel seminterrato e tra i 75 volontari, dopo interviste e test scelsero 24 studenti universitari tra i più sani ed equilibrati. I volontari decisero di aderire in cambio di 15 dollari il giorno. Allestirono delle celle con lettini, una stanza di isolamento e un cortile. I 24 volontari furono divisi in maniera casuale, perché non c’era alcuna diffidenza tra loro. I prigionieri dovevano rimanere 24 ore al giorno in carcere fino alla fine dell’esperimento mentre le guardie si dividevano in turni  e potevano tornare a casa.

Dopo solo 6 giorni i ricercatori, dotati di videocamere e microfoni riscontrarono episodi di violenza  a livello fisico da parte delle guardie ai prigionieri. Dopo solo due giorni i prigionieri cominciarono a protestare, venivamo maltrattati, costretti a intonare canzoncine e a pulire la latrina a mani nude.

Dopo una tentata evasione Zimbardo fu costretto a mettere fine al suo esperimento perché i soggetti  mostrarono segni di dissociazione dalla realtà. I prigionieri mostrarono segni di crollo emotivo, le guardie invece cominciarono a provare piacere ad umiliare e aggredire i prigionieri. Si erano completamente dissociati dalla realtà, non  sapevano più chi fossero: che cosa era successo ai soggetti sani e equilibrati? Fu chiamato effetto Lucifero.

Le personalità delle persone vengono offuscate quando assumono posizioni autoritarie, quando fanno parte di un gruppo, e l’unica cosa che devono fare è sottostare o far rispettare le regole. Diventano senza una personalità, non riescono più a capire le conseguenze delle proprie azioni, non riescono a provare sensi di colpa. Ogni individuo pensa che le proprie azioni facciano parte di quelle compiute dal gruppo.

L’importanza degli studi di Zimbardo sarebbe stata dimostrata anche dalle vicende riguardanti le torture a cui furono sottoposti i prigionieri iracheni nella prigione di Abu Ghraib dove le umiliazioni subite dai prigionieri risultano molto simili a quelle dell’esperimento.

di Francesca Vanni (4CITT)

Pubblicato il 27-02-2023