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HACKER! - di Anania Chanel

  

Recentemente è stato ventilato il rischio che l’Italia possa limitare internet per due motivi principali:

1) il sovraccarico della rete, ovvero che molte persone usufruiscono di internet;

2) per evitare un attacco informatico da parte degli hacker. 

La parola hacker nasce nei primi anni Settanta da un gruppo di ragazzi del Massachussets Institute of Technology di Cambridge: all’inizio questa parola era considerata positiva perché era utilizzata per indicare una persona esperta dell’informatica e nella programmazione dei computer, mentre oggi il termine hacker è utilizzato per individuare una persona che può entrare in qualsiasi sistema informatico e “rubare” informazioni importanti alle aziende, oppure creare virus. Infatti molte aziende “arruolano” gli hacker per difendere sé stesse.

Ci sono hacker che sfruttano le proprie competenze a fini politici (Hacktivist), altri che si intrufolano nelle nostre email (Black hat hacker), altri che aiutano a difendere i sistemi da attacchi informatici (White hat hacker); ci sono poi quelli che scoprono le debolezze o problemi dei sistemi di un sito (Grey hat hacker), quelli che si attivano per difendere la propria Nazione (Nation state hacker) e infine i novellini che si intrufolano negli account social di qualche celebrità (Script Kiddy).  Ma gli hacker più importanti sono quelli che fanno parte della categoria “White hat hacker”, cioè quelli che difendono tutti i sistemi delle imprese, governi e istituzioni da eventuali attacchi informatici, e per questo infatti vengono “arruolati” dalle aziende. Il loro stipendio annuo in America può arrivare a circa 1 milione di dollari mentre in Italia un hacker può guadagnare in un anno circa 99.000 euro o addirittura se sei un esperto 120.000 euro. 

Oggi è uno dei lavori più ricercati dalle aziende.

di Anania Chanel (4CITT)

Pubblicato il 27-02-2023